Presentazione - FISM Trieste

FISM - Federazione Italiana Scuole Materne
Sezione di TRIESTE
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(presso Istituto Beata Vergine)
 

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EDUCARE: una responsabilità, un compito, una gioia

Considerazioni che prendono spunto dalla Carta formativa della Scuola cattolica dell’Infanzia.

Essenzialmente il rapporto educativo è un rapporto fra un’autorità ed una libertà.
Il contenuto di questo rapporto è costituito dall’offerta di una proposta di vita fatta dalla persona autorevole alla persona in formazione.

Esistono alcuni presupposti che implicitamente o esplicitamente devono essere ammessi dall’educatore, altrimenti la relazione educativa non può essere neppure istituita, o rischia comunque di isterilirsi.
- La libertà non è un assoluto – esiste una verità circa ciò che è bene e ciò che è male, che precede l’esercizio della nostra libertà.
- La persona umana, quando giunge nel mondo, è come una grande promessa. Ha bisogno di essere aiutata a realizzarsi nella verità e nel bene.
- Il rapporto educativo si radica sempre in un’antropologia. L’educatore deve saper rispondere alla domanda: chi è l’uomo?

A questo punto abbiamo tutti gli elementi per definire il rapporto educativo dal punto di vista della fede cristiana. Esso si istituisce quando l’educatore fa alla persona da educare la proposta cristiana della vita.

La  proposta cristiana della vita è l’indicazione di come realizzare la nostra umanità secondo la via indicataci da Cristo e sempre presente nella Tradizione della Chiesa; non si aggiunge estrinsecamente alla realizzazione della nostra umanità, me è la modalità della perfetta realizzazione della medesima.

Difficoltà:
In un contesto sempre più pluralistico, anche dal punto di vista religioso, non è contrario ad una pacifica convivenza sociale educare la persona ad una forte identità? La convivenza fra varie persone non si ottiene azzerando le diversità.

Educare nel modo suddetto non è contro la libertà della persona? La libertà umana è un auto-determinarsi e quindi un scegliere in base alla conoscenza di ciò che scelgo. È la verità circa il bene ed il male, la radice della libertà.

Riflessioni:
Che cosa muove una persona ad interessarsi del bene di un’altra nel modo proprio dell’educazione? L’amore per essa, il volere il bene della persona bisognosa di educazione. Diceva San Giovanni Bosco che l’atto educativo è sempre frutto di amore: “un affare del cuore”.             
Educare la persona è il compito e la responsabilità dei genitori. Altri possono avere compiti e responsabilità educative; sono da considerarsi non sostituti, ma cooperatori dei genitori medesimi.

È opportuno vigilare che non entri nei luoghi dell’educazione la falsa visione della persona umana che confonda libertà e spontaneità: la spontaneità può essere solo regolamentata; la libertà può essere educata.

È necessario vigilare che non sia distrutto il principio di autorità. Il rapporto educativo non è fra uguali. Si potrebbe anche dire che l’autorità propria dell’educatore ha la caratteristica propria della testimonianza.

L’educazione non può essere ridotta alla formazione: è una modalità di vita che è trasmessa dall’educatore.

Per concludere:
La Chiesa ha sempre avuto la grande intuizione che la proposta cristiana era l’adempimento ed il grado più alto della “paideia” (1) dell’uomo. “Riprendendo questa idea fondamentale e dandone una propria interpretazione, la religione cristiana si mostrò capace di offrire al mondo più di qualsiasi altra setta religiosa” [W.Jaeger, Cristianesimo primitivo e paideia greca, La Nuova Italia ed. , Firenze 1966, pag. 93].
L’annuncio del Vangelo aveva individuato la struttura umana in cui radicarsi.

L’uomo è un essere che raggiunge la pienezza della sua umanità solo mediante l’educazione.
Ed è nella luce di una tale verità antropologica che la Chiesa si prende cura dell’uomo.

(1)  PAIDEIA = modello educativo in vigore nell’Atene classica volto a garantire una socializzazione armonica dell’individuo nella polis
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aggiornamento: 20/11/2023
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